Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 27 febbraio 2006 Che la polemica tra trentini e veneti divida centrodestra da centrosinistra, ci può anche stare. Ma che la voglia di alzare «muri» a Borghetto e in Valsugana porti uno scontro anche all'interno dell'Unione, ebbene questa è una novità dell'avvio della campagna elettorale. Non solo Galan e Dellai litigano sui privilegi dell'autonomia del Trentino, non solo l'assessore della Serenissima Luca Zaia chiede ai propri «sudditi» di non andare a sciare sulle nevi trentine. Adesso c'è pure l'autonomista Giacomo Bezzi che punzecchia il veneziano Marco Boato (capolista dei Verdi) e il bellunese Gianclaudio Bressa (in lista nell'Ulivo) ma anche il romano (toscano d'elezione) Giorgio Tonini. Tanto che l'attuale presidente del Consiglio provinciale attacca: «Troppi nomi da fuori regione. Se davvero i trentini vogliono votare la gente delle nostre valli, non possono che rivolgersi al Patt». La polemica del giorno nasce dopo le parole di Marco Boato. Il presidente del gruppo misto alla Camera ha ricordato di non essere stato «catapultato» in Trentino da alcun accordo romano: «La mia candidatura è stata decisa in regione», ha aggiunto, ricordando invece che anche Giacomo Bezzi - che sarà in lista con la Südtiroler Volkspartei - è il «frutto» di un'intesa firmata a tavolino nella capitale dal Landeshauptmann Luis Durnwalder e da Romano Prodi. Insomma, nessuno può scagliare la prima pietra... Le dichiarazioni di Boato scatenano la reazione del Patt. Giacomo Bezzi imposterà la campagna elettorale prima di tutto su due questioni: «Molte delle altre liste hanno deciso di candidare veneti - dice - Penso alla Margherita e ai Ds, ma anche a Forza Italia: non mi risulta che Scarpa sia trentino. Certo, il problema non rappresenta la loro origine ma il fatto che dopo l'elezione da queste parti non si vedono più, come è successo proprio con Scarpa». Ma non è finita: «Più volte - prosegue Bezzi - nel corso degli ultimi cinque anni si è parlato di attacchi all'autonomia. Spesso questi arrivano dai veneti... Ma oggi bisogna votare chi ha davvero a cuore le sorti dell'autonomia, vale a dire il Patt e la Svp. Questi sono partiti che non si lasciano colonizzare». Le parole di Boato muovono la protesta anche di Ugo Rossi, che del Patt è il segretario provinciale: «Il deputato dei Verdi mi sembra davvero a corto di argomenti - commenta - Fa dietrologie che conosce solo lui. Prodi? La candidatura di Bezzi è stata decisa dal parlamentino del partito, con il voto di settanta persone. Boato rappresenta al meglio le logiche romane: ha fermato per settimane il tavolo dell'Unione - Svp fino a quando ha ottenuto per i suoi la presidenza del Consiglio provinciale di Bolzano». In casa del Patt sono convinti di aver seguito la strada giusta: «La nostra scelta evidentemente dà fastidio - aggiunge Rossi - sia a destra, dove la Lega vuole solo screditarci, sia a sinistra. Prendo atto, ad esempio, della scelta dell'Ulivo di mettere in lista due candidati della Valle di Sole (la terra d'origine di Giacomo Bezzi, ndr), vale a dire Ghirardini (Margherita) e Bontempelli (Ds). L'intesa tra Svp e Patt scompagina le carte: questa reazione mi consola». Il Patt è felice di trovarsi fuori dalla contesa tra Margherita e Ds per il quinto posto dell'Ulivo: «Guardiamo con una certa distanza - conclude il segretario autonomista - Sia chiaro peraltro che il Patt non avrebbe mai partecipato alle trattative per la quinta piazza della lista. Ci saremmo ritirati molto prima».
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